02 La maschera
Entriamo in questo mondo ancora sconosciuto del Carnevale per cogliere
la funzione della maschera,
oggetto apotropaico per eccellenza, adottato
da sempre e ovunque nel mondo da sciamani,
stregoni e uomini di religione
nei loro riti;
ma, anche in guerra,
come parte integrante
dell’equipaggiamento dei soldati.
Maschera che pure veniva apposta sul viso dei defunti,
a indicare la sua funzione protettiva.
Maschera
funebre di Atreo
Ma, la maschera era ed è tuttora simbolo
del Teatro, oltre che del Carnevale.
Maschera di Teatro Greco
Nelle tragedie e nelle commedie greche,
tutte recitate nel periodo sacro delle Dionisiache, gli attori, detti ypokrités (υποκριτής), indossavano la maschera. E, ancora
oggi, l’aggettivo “ipocrita” è riferito a chi si cela sotto la maschera della
ambiguità e della menzogna. Ma, anche il giapponese Teatro “Kabuki” e Teatro “No” adottano
la maschera.[1]
Maschera di Teatro “No”
E mascàra
si chiama il nero cosmetico che le donne usano per truccarsi* e
beauty mask, la maschera cosmetica per la
bellezza del viso.
E adotta ancora la maschera il Clown, il più singolare personaggio
circense, che al sorriso associa sul viso colorato il disegno di una lacrima,
segno importante quest’ultimo, a voler
Beauty mask
indicare la tristezza della
vita, magari un fondo amaro, patinato
di zucchero, un filo
impercettibile che cerca di agganciare l’evento carnevalesco al senso di una
vita, di cui spesso non riusciamo a cogliere il senso.
Clown
La maschera
è solo una parte dell’habitus che si indossa a Carnevale, ed è quella che
interessa il viso di quella tuta mimetica che indossiamo nella guerra che
combattiamo quotidianamente fra noi umani.
Maschera,
mimetizzazione,
mimetismo, mimesi
teatrale di cui facciamo uso tutti,
in ogni momento della nostra vita, non solo a Carnevale, o in guerra, o sul
teatro.
Carnevale, dunque, potrebbe
avere un rapporto analogico e sotterraneo con la filosofia della esistenza
umana, con la religione, la guerra, il teatro, il divertimento, il bisogno di
cambiare, sempre allo scopo di nascondere agli altri la nostra identità, chi
siamo veramente. Maschera che serve per depistare, per non far conoscere, per
simulare o dissimulare, per meglio parare le insidie della vita.
[1] Nel mondo greco
e latino, nel teatro italiano precedente alla Commedia dell’Arte, e
ancora nel Teatro del No, gli attori sono sempre uomini e sempre
mascherati. Questo ci dice che il teatro nasce come evento
esorcistico-propiziatorio, cioè come facente parte della sfera religiosa, che
mai è stata delegata alla donna.
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