2015/06/17

Francesco d'Assisi : Filosofia e mappa esistenziale


Saggio postato, ma non impaginato

Medioevo 
Filosofia e mappa esistenziale
di Francesco d'Assisi


Francesco d'Assisi

Non si parla quasi mai della filosofia della vita di San Francesco d'Assisi. Filosofia esistenziale ante litteram che parte da considerazioni sulla natura dell'uomo.

A superbia initium sumpsit omnis perditio.  Dalla superbia prende inizio ogni perdizione.

Radix omnium malorum  est cupiditas. Cupidigia? Radice di tutti i mali. 

                                                    S. Francesco
 Il mondo in cui vive Francesco d'Assisi era dominato dalla violenza. L’aggressione che gli uomini subivano proveniva sia da altri uomini, che dalla natura.
Forme di violenza sono..
Egoismo, che porta  ambizione cupidigia, orgoglio
Superbia, che porta arroganza,  prepotenza, minacce
              liti, duelli, guerre  con il corollario della
                  
Invidia, la cui rapacità porta alla rapacità e all’avarizia*                          
Egoismo superbia e invidia alimentano la triste spirale delle faide,* e di vendette, saccheggi, stupri che portano a omicidi terrore, odio e sofferenze.                                                              
Alle violenze umane
vanno aggiunte le violenze della natura.
Carestie, malattie, epidemie, pestilenze, cancrene, calamità, morìe, pianti e perciò sofferenze, dolori  e disperazione
Si aggiungano ancora: sporcizia, sudiciume, lezzo che proveniva dalla materia immonda e si evince perché la materia era considerata dominio di Satana.
Lo sfondo della vita medievale,
nell’epoca in cui vive S.Francesco è tragico.

All’orizzonte c’è solo la prospettiva…

Morte

è quella che il Nostro chiama con il titolo di “Nostra sora morte corporale”.
A queste condizioni, l’esistenza umana non veniva accettata dalla maggior parte degli uomini. Per questo, il desiderio costante dell’uomo medievale era quello di fuggire da quel mondo, di guardare ad un altro mondo diverso e migliore: quello promesso da Gesù Cristo e che verrà dopo la morte.
Rivoluzione copernicana di S. Franceso d’Assisi
Il progetto di vita di S. Francesco poggia su una sorta di rivoluzione copernicana del vivere. Ad ogni anti-valore vigente S.Francesco contrappone il suo protocollo capovolto di valori.
Anti-valori       Valori Francescani
della cultura  
 medievale
Egoismo         Amore, altruismo
  
ambizione    Abnegazione
cupidigia                    Mortificazione del sé
denaro
ricchezza                 Povertà
lusso
lussuria         Castità
pompa                     Semplicità

Superbia                 Umiltà

     
orgoglio
arroganza                    Disprezzo di se stesso
prepotenza              
litigi
vendette                               

Violenza                  Non-violenza

    
avarizia
rapacità
brutalità
crudeltà

Odio                             Amore

Calamità  Letizia
 
dunque accettazione del male                    
  miseria
  fame
  malattie ---->         Doni del Signore
  tormenti                   Serenità
  sofferenze
  dolore                     Pace dello spirito
Uomini ammazzavano animali per paura. Francesco d'Assisi mostrava che anche i lupi, se ad essi ci volgiamo nel segno della pace, dell’amore e  della non-aggressività, possono restituire amore al nostro amore. Rispetto al nostro rispetto.
Obiettivo:

a. Vivere in armonia con la natura

b. Essere poveri di cose materiali, ma ricchi di virtù.

Tutto nel rispetto  del Vangelo di Cristo

1. Tutto quanto desiderate che gli uomini  facciano a  
voi fatelo voi pure a loro. E ancora:

2. Ciò che tu non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri.
3. Amate i vostri nemici. 

4. Fate del bene a quelli che vi odiano.
5. Non sono venuto per essere servito, ma per servire.
6. Vi mando come serpenti in mezzo ai lupi.

7. Siate astuti come serpenti e semplici come colombe.



Gino Carbonaro

San Francesco d'Assisi BIOGRAFIA

       

SAN FRANCESCO D'ASSISI

(1182-1226)


                                
                                                              Amore per gli animali

 
S.Francesco d'Assisi è una delle personalità più belle della storia italiana ed è l'unico santo che, per rigore di vita e di comportamento, viene accostato a Gesù.
Incidentalmente, entra di diritto a far parte anche della Storia della letteratura italiana, solo per avere composto una laude, il Cantico delle Creature o Cantico di frate Sole, una preghiera composta nel 1224, due anni prima della morte, un inno elevato a Dio e alla bellezza del creato.
Il Cantico delle Creature  è  oggi considerato una delle più belle composizioni poetiche della nostra letteratura, e per questo, il 1224, data della sua composizione, segna la data di nascita della letteratura italiana.

                                                     
                                                           Giotto: Francesco d'Assisi
Biografia
S.Francesco nacque ad Assisi fra il 1181 e il 1182 (non si conosce la data di nascita precisa). Il padre, Pietro di Bernardone, era un ricco mercante di panni che intratteneva stretti rapporti commerciali con la Francia; ed era in Provenza* che aveva conosciuto e sposato la moglie Pica. Il nome stesso del figlio, Franzesco*, gli era stato dato dal padre, in segno benaugurale, quasi a voler ricordare il suo fortunato rapporto con la terra francese.

La gioventù

                               
                                                      Amore per gli animali

Ricco per il danaro che il padre non gli lesinava; religioso quel tanto che gli era stato trasmesso da una madre molto pia, Francesco fu educato nell'uso delle armi e coltivò di sicuro sogni di vita militare se si trovò coinvolto nella guerra scoppiata fra Perugia e Assisi. Imprigionato nel 1202, all'età di vent'anni, fu liberato dopo un anno di carcere perché malato; ma, una volta guarito, torna a combattere in Puglia, là dove continua a conoscere la violenza, la sofferenza, la crudeltà, il dolore, e, in una parola, l'aspetto squallido della vita. E' forse in seguito a queste esperienze che Francesco si chiede il senso della vita, il significato del suo esistere. Comincia da qui la lenta rivoluzione spirituale di Francesco e la scoperta del messaggio evangelico. Nel 1205,  incontrando un lebbroso* scende da cavallo, gli dona il mantello e con esso un bacio di pace.
Da questo momento, si moltiplicano le sue azioni di carità verso infermi, lebbrosi, mendicanti e deboli. Comportamenti strani per i tempi e per il padre, che non riesce a capire il comportamento del figlio, e furente lo fa convocare nel 1206 davanti al vescovo di Assisi per intimorirlo e interdirlo*. Ma è qui che Francesco prende la sua storica decisione: davanti al pubblico presente si spoglia dei vestiti che aveva, che restituisce al genitore, e indossa il ruvido sacco di canapa usato dagli zappatori, serrato alla cintola da uno spezzone di corda.

La rivoluzione religiosa

Parte da qui la rivoluzione culturale e religiosa di Francesco d'Assisi, la sua decisione di vivere rovesciando tutti gli anti-valori correnti.
L'intuizione centrale è quella di vivere come alter Christus, distaccandosi dal mondo con la più radicale separazione possibile, assumendo come valori la povertà, la remissività e l'umiltà, modelli di comportamento che la cultura di tutti i tempi hanno disprezzato.
Venivano così applicati i primi comandi del Vangelo, primo fra tutti quello che dice: "Chi non odia il padre e la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e anche la sua stessa vita, non può essere mio discepolo" (Luca, 14/26); e l'altro ancora che ordina: "Va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo.  Poi, vieni e seguimi" (Luca, 18/22).
Spogliato di ogni bene materiale, rifiutando ricchezza e potere, proprio mentre l'Europa è straziata dalla violenza e dall'anarchia, Francesco si sente libero e rinnovato, sereno con se stesso e in grado di pervenire ad uno stato di  perfetta letizia. Lo scopo è quello di praticare "con le opere" e non di predicare "con le parole", che la serenità dello spirito non è nella ricchezza materiale, ma in quella dell'animo. Così:
- nel 1206 si fa sguattero in un monastero, 
- subito dopo si prodiga nell'assistenza dei malati in un lebbrosario;
- nello stesso anno indossa un abito di eremita e si trasferisce nell'eremo di San Damiano, dove da solo comincia a riparare la chiesetta, mendicando le pietre per la città.

Anacoretismo* e ascesi*

Isolamento eremitico, immersione nella natura intatta di una Umbria coperta di boschi, fra silenzi propizi alla preghiera, lo mettono a contatto con il Dio Creatore di tutte le cose, e gli fanno scoprire di tutte le creature il diritto alla vita. Ed era dimensione trascurata dal cristianesimo tradizionale.
Nel 1208, attratti dalla forza carismatica* della sua persona, cinque compagni  chiedono di essere accolti alla Porziuncola e di poter condividere la sua vita. Nasce da qui il primo nucleo dei Frati Minori poverelli di Cristo. Ma, ben presto, a questi primi cinque seguaci se ne aggiungono altri, uomini della più varia estrazione sociale, dotti, incolti, personaggi di rango e anime semplici, il cui obiettivo è quello di vivere una sorta di imitazione di Cristo, praticando la mitezza, scongiurando i conflitti, predicando l'amore allargato a tutte le creature, e insieme ricusando ricchezza e potere.

Il riconoscimento dell’ordine religioso dei 
"Frati Minori poverelli di Cristo 
da parte del Papa
Nel 1209, Francesco decide di sottoporre la nuova forma di vita all'approvazione della Chiesa. Scrive una breve regola e si presenta al papa Innocenzo III, il quale la autorizzerà, ma solo qualche anno dopo.
Nel 1211, lo raggiunge alla Porziuncola, Chiara degli Offreducci, una giovane donna appena diciottenne, coraggiosamente fuggita di casa, che intende imitare la vita di Francesco e intende far parte dei Fraticelli di Dio. Sarà lei a fondare l'ordine delle Clarisse, versione femminile dell'ordine francescano. Azione che segna un punto a favore del femminismo medievale.
Nel 1219, Francesco decide di partire per la Terrasanta dove è in atto la sanguinosa guerra fra crociati e musulmani. Lo scopo è quello di proporsi come modello di pace e non di guerra e predicare il messaggio di amore di Gesù Cristo. Nella intenzione di S.Francesco c’è però un altro ambizioso obiettivo: quello di convertire al Cristianesimo il Saladino, sultano dei Turchi, che lo accoglie con umanità e raffinato senso della ospitalità colpito dall’ingenuo candore di questo fedele seguace di Cristo. Al Sultano dei Turchi, Francesco predica la buona novella, ma non riuscendo a convertirlo pensa di desistere e chiede ed ottiene di essere ricondotto al campo dei Cristiani, da dove riparte per fare ritorno alla Porziùncola.

Al ritorno in Italia, però, Francesco dovrà dolorosamente constatare che in sua assenza erano scoppiati litigi e disordini tra i monaci che avevano il controllo della gestione economica dei conventi.
Nel 1223, Francesco redige insieme ad altri due frati, la nuova Regola* da sottoporre al papa Onorio III per l'approvazione definitiva.
Nella notte di Natale dello stesso anno, Francesco fa il primo Presepe della storia.
Nel 1224, due anni prima della morte,  compone in dialetto umbro il Cantico delle Creature o Cantico di frate Sole, una laude* religiosa, splendida opera di poesia, che è  considerata la prima composizione in lingua volgare della letteratura italiana. Sempre nello stesso anno riceve le stimmate*.
Muore nel 1226 in odore di santità. Viene seppellito, per sua specifica volontà, nudo a contatto con la nuda terra. Quella terra che la cultura medievale considerava regno di Satana, ma che S.Francesco considerava creatura di Dio.

Considerazioni a margine
Francesco d'Assisi è passato alla storia come il santo che ha predicato e praticato la semplicità, la mitezza, la pace e l'amore, e soprattutto l’umiltà, quasi a voler provare che per vivere felici e raggiungere lo stato di perfetta letizia, bisogna essere stranieri di questo mondo e delle sue leggi, ribaltando con ciò la logica dell’epoca che è poi la regola di questo mondo in tutti i tempi della storia.
   
Di fatto, il messaggio francescano rappresenta un movimento di rottura nei confronti della cultura medievale che, se era caratterizzata da grandi tensioni religiose, di fatto era fondata sulla violenza, sulla arroganza dei forti e sulla sopraffazione dei deboli.
  La novità più appariscente del messaggio francescano sta nell'avere avvicinato l'uomo a Dio, colmando la distanza che separava quest'ultimo dal Creatore di tutte le cose, proponendo il rispetto della Natura e degli animali considerati creature dell’Altissimo (vedi la storia del Lupo di Gubbio nei Fioretti di San Francesco).
  Con la sua opera, il Santo di Assisi ha voluto dimostrare che Dio è amore, 
che la strada che porta a Dio è l'amore 
e tutti possono ritrovare Dio con l'amore.
 Solo così è possibile provare che in questo mondo , Dio non ha lasciato sole le sue creature.

Il cantico delle creature
Il nucleo centrale del messaggio francescano è contenuto nella sua laude più bella, il Cantico delle Creature. Si tratta in verità di una preghiera elevata all’Altissimo onnipotente bon Signore, cui vanno le nostre preghiere e le lodi per averci dato frate foco per il quale illumina la notte; frate sole e le stelle, clarìte et pretiose et belle; tutte creature di Dio, compresa nostra sora morte corporale alla quale nullo homo vivente po’ scampare.
Quella di S.Francesco è la prima grande rivoluzione culturale e religiosa all’interno della storia del Cristianesimo, con proposta di vita che pochissimi, sono riusciti ad imitare. Difatti, nessuno riesce ad essere tutto povero e tutto libero, perché, si sa, che solo il folle è un libero, ma il libero è parimenti un folle; e, giustamente, qualcuno ha parlato di sacra follia per indicare l’inimitabile modello di vita di questi fraticelli di Cristo, di questi allegri giullari di Dio, che come passeri vivevano alla giornata mendicando con gioia il loro pane quotidiano.

Gli ultimi anni della vita di S. Francesco

Non va dimenticato, però, che negli ultimi anni della sua vita Francesco fu esautorato* dai suoi stessi compagni. Lui che non veniva a compromessi con il mondo vide frate Elia, il coordinatore economo, accumulare beni immensi di lasciti e donazioni, che consentirono all'ordine francescano di poter contare ben 1500 conventi costruiti in tutta Europa appena cinquant'anni dopo la morte del fondatore.

La canonizzazione

Canonizzato solo 15 mesi dopo il trapasso, la figura di S.Francesco alimentò una enorme letteratura agiografica*. Giotto ne dipinse la storia affrescando la basilica del Santo ad Assisi. Dante Alighieri lo collocò nel Paradiso, nella candida rosa dell'Empìreo*, accanto a S. Benedetto e S. Agostino.
Le storie del santo povero furono ancora narrate negli anonimi* Fioretti di S. Francesco, un’opera intrisa di candore e di bellezza unica.
I Fioretti di S. Francesco stanno a S. Francesco come Il Vangelo  sta a Gesù Cristo.
Forse, alla figura di S. Francesco, personaggio unico nella storia della umanità, non è stato dato il rilievo che merita malgrado sia stato elevato a patrono d’Italia. Qualcosa cambierà, forse, con il nuovo Papa Francesco che ha avuto il coraggio di prendere il nome del Santo dimenticato.  

Gino Carbonaro