2016/06/01

L'uomo è come l'ape.. vola di fiore in fiore






L’uomo è come un’ape 

Vola di fiore in fiore





     Questa è bella. Si tratta di una mia personale esperienza (extrascolastica). Indimenticabile.

     A metà degli anni Cinquanta (del XX sec.), quando era di moda andare al cinema, chi scrive vide un film dal titolo “Il re ed Io” (The King and I) con Yul Brynner e Deborah Kerr. La storia? Il re del Siam (odierna Thailandia) si rende conto che è una necessità aprirsi alla cultura occidentale. Per questo  ritiene necessario contattare una istitutrice americana per poter educare i suoi numerosi discendenti. Va detto che nel Siam del tempo era in atto la poligamia e, fra mogli legittime e concubine, il Re, interpretato da Yul Brynner, di figli ne aveva un bel numero. La istitutrice americana, Anna Leonowens, avrebbe educato i figli secondo i principi della cultura “occidentale”.  

Il film ha inizio con l’arrivo della istitutrice che si incontra con il Re. La discussione è subito animata. Il Re ha le sue verità chiare, precise, indiscutibili. La donna americana, prototipo di donna libera ante litteram, ha le sue idee, e cerca di farle valere. Si profila un scontro culturale, fra culture e sessi diversi. Ma, siamo in epoca quando i maschi avevano ragione sulle donne. Il maschilismo era imperante nel mondo, e se il maschio era un re, a maggior ragione… aveva obbligatoriamente ragione.
Il re poligamo non piace alla istitutrice americana, e lo fa notare senza peli sulla lingua al poderoso monarca del Siam. Il confronto-scontro fra i due si chiude con una affermazione chiarificatrice del “King”. Ancora più credibile in quanto riportata da un proverbio siamese:
         “L’uomo è come un’ape. Vola di fiore in fiore.”

Dunque? Viva la poligamia giustificata dalla natura! La istitutrice ascolta, non riesce a rispondere. Il re vince questo round. Il dialogo è chiuso.

    Io, maschietto, poco più che quindicenne, restai colpito da questa frase, e dal concetto profondo contenuto nella affermazione del Re del Siam. E, riflettendo mi convinsi che era vero e giusto che l’uomo, il maschio, era come l’ape che volava di fiore in fiore. L’avevo anche visto un'ape volare decisa e sicura di fiore in fiore. E poi, anche mio nonno materno volava di fiore in fiore. Se si trattava di un sillogismo, l’affermazione non faceva una grinza. Per cui? Per cui me l’appuntai, la frase. La riportai su un foglio di carta per non dimenticarla, riposi nel mio portafoglio il foglietto piegato, e come un  gatto sornione restai in attesa di poterla enunciare a tempo debito a qualcuna delle mie amiche. E così fu! Non passò molto tempo che la frasetta all’acido cloridrico cominciai ad utilizzarla, mettendo knock-out le mie compagne di classe. Certamente, non abusavo, enunciavo la frase con cautela e nonchalance, e per anni nessuna delle vittime da me designate ebbe da dire qualcosa. La verità è verità, quando è assoluta. E io quella verità l’avevo in tasca.

   La musica cambiò quando conobbi mia moglie, e quando le chiesi se lei aveva visto il film “The King and I”. Mi rispose che “sì l’aveva visto”, e si ricordava ancora che l’attrice era Deborah Kerr. Perfetto! A questo punto mi venne naturale ripetere anche a lei la frasetta. Qui, la funzione era un’altra. Qui, la mia futura moglie doveva cominciare a fissare bene in mente che fra un uomo (io!) e una donna (lei!) c’era una differenza naturale e sostanziale. Così, mi schioccai le labbra e pronunziai con dolcezza, sicurezza, e un pizzico di affetto, la frase che doveva essere fondamento propedeutico del nostro futuro rapporto matrimoniale:
“Mia cara Claire", sentenziai convinto:

              L’uomo è come l’ape, vola di fiore in fiore”.   



    Lei, la mia Claire, ascoltò con attenzione, e subito dopo rispose candida: “Hai proprio ragione, Gino. Hai ragione tu, come sempre, mio caro Gino.. (era sulla giusta strada, pensai)

               L’uomo è come l’ape. Vola di fiore in fiore!

E.. subito dopo aggiunse..

“E, la donna è come un fiore.
È visitata da tantissime api”.  

Non riuscii a rispondere nulla. Deglutii una saliva che si era formata in bocca a mia insaputa, e che mi sembrò amara. Poi cercai di replicare qualcosa.. Ma nulla mi venne in mente. Anzi..
da quel momento compresi che il mondo stava cominciando a girare in senso contrario. “La parola - recita un saggio proverbio siciliano - non ha ossa e rompe le ossa”. Forse, chissà, i proverbi hanno ragione. In ogni caso, con la mia futura moglie, ho perduto la partita, non il round.

Gino Carbonaro