2011/04/24

Diritto secondo Natura dei Siciliani

Comandamenti del Siciliano
Diritto secondo Natura


                                    di Gino Carbonaro


                                                                 
     Sulla Terra, esistono due forme di diritto: quello della natura e quello degli umani. Il primo è comune a tutti gli animali. Si trova scritto nel DNA delle specie e si compone di un solo principio: il diritto a vivere spetta a “chi-è-più”: più forte, più veloce, più viscido, più capace di mimetizzarsi, e così via. Nel diritto di natura, la morale non esiste. Ed è il diritto che troviamo applicato nella celebre favola di Fedro, Il lupo e l’agnello. Qui, la logica non c’entra, la ragione non vale. Il lupo ha fame e mangia. Il Diritto di Natura è quello che si applica nei conflitti: "Mors tua, vita mea", e si ritrova nella giungla e negli oceani, dove pesce mangia pesce.

     La prova di Dio, che si applicava nel Medioevo per stabilire chi fra due contendenti aveva ragione e chi torto, era fondata sul diritto naturale: alla prova del duello, chi vinceva aveva ragione. La ragione era del più forte: "Dio lo vult!"  

     Filosofi e fondatori di religioni, evidenziarono che il principio naturale portava danno alla collettività umana, e capovolsero la logica della sopraffazione, con un principio opposto: quello del rispetto dell’altro, e dell’uguale diritto a vivere per tutti. Nasce così la democrazia, che discende da questo nuovo principio. Fu sostenuto da allora che, se c’è una torta, questa deve essere paritariamente divisa a tutti.

    La schizofrenia sociale comincia, quando ci si accorge che ognuno di noi, non riesce a rispettare i nuovi (e innaturali) principi del diritto umano. In realtà, ciascuno di noi, senza confessarlo, continua a dare ascolto (ma, perché non dovrebbe!) all’altra voce, quella del diritto di natura che è inscritta nel nostro inconscio, e condiziona le nostre scelte. Così, ad ogni competizione o confronto, la nostra mente pensa come poter appagare il crudo e naturale desiderio di pensare a se stessi, di fare il proprio utile a spese degli altri. La forza è nella maschera, nel mimetismo; cioè, nel non farsi riconoscere dagli altri per quello che si pensa e si è..

      Il più schietto diritto del mondo è quello dei Siciliani. Coincide con il dettato della Natura.

  I Comandamenti del Siciliano:

  1. Ama a Diu, e futt’ô prossimu
  2. Nun fari beni, ca malu ti ni veni
  3. Cu ha duluri d’ê carni d’autri, i sŏ si manciunu i cani
  4. Cu’ cauria u scursuni nt’ô  pêttu, u primu muzzŭcuni è u sô
  5. Nun fari beni ê pôrci, ca  ti lu rênnĭnu a funciati
  6. Cu duna u culu all’autri, nun si pò assittari
  7. Joca cu to pa’, ma prima arrĭmìnicci i carti
  8. Sparti tu, ca cu sparti havi a mêgghiu parti
  9. Difênni u tô, o tôrtu o rittu
  10. Ôcchiu vivu e a manu ô cutêddu
  11. Cu futti futti, Diu pirduna a tutti
  12. Cu havi dinari e amicizia, si teni ntra lu culu la giustizia!
  13. U cumannari è mêgghiu d’ô fúttiri
  14. A cu ti leva u pani, lévicci a vita!

            Gino Carbonaro

1 commento:

  1. Sono convinto che esistono due diritti: uno naturale che ti spinge ad essere sempre il primo su tutti e su tutto, ad appropriarti di ciò che non è tuo, a usare violenza, e un altro diritto che hanno inventato gli uomini. Un diritto è dentro di noi scolpito come su una pietra, l'altro diritto è lieve come una piuma, volatile quasi, dotato di apparati sociali (leggi umane) che lo difendono, ma che entra in dirittura di collisione col primo che non esce mai dal nostro interno. I Comandamenti del Siciliano, raccolti e ordinati da chi scrive, sono l'espressione di questa logica della natura alla quale tutti non possiamo non fare appello.
    Questo articolo è stato pubblicato venerdì 27 luglio 2006 nella rubrica "Cultura & Spettacoli" del quotidiano "La Sicilia"

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