Don Orazio Spadaro
di Gino Carbonaro
Don Orazio Spadaro (1880-1959) modicano, è nato al numero 31 del Corso Garibaldi (a via Lonca). Da piccolo, e prima di entrare in seminario all’età di sedici anni, è già appassionato di pittura, e per tutta la vita coltivò due soli interessi: la religione e la pittura. A 26 anni viene ordinato sacerdote, ma, a 28 anni riceve dal Vescovo di Noto Monsignor Vizzini l’autorizzazione per recarsi a Roma. Lo scopo è quello di visitare musei, aggiornarsi sulla pittura del tempo, e soprattutto seguire lezioni dal pittore Aristide Sartorio.
Qualche anno dopo (1912), una nuova autorizzazione della Curia Vescovile gli consente di recarsi a Firenze, dove continuerà a visitare musei e pinacoteche, affinandosi nella ricerca. Ma, la scelta di Firenze aveva anche un altro obiettivo, quello di conoscere le opere di Giovanni Fattori (1825-1908), fiorentino di adozione, ma soprattutto uno dei maggiori pittori italiani del tempo ed esponente del movimento dei “macchiaioli”.
Bambini che si tuffano
I macchiaioli rappresentavano una corrente pittorica che, sulla scia degli impressionisti francesi, intendeva rinnovare la pittura italiana dell’Ottocento. L’idea era quella di uscire fuori dallo studio per andare a dipingere fuori, in aperta campagna, “en plain air”, per scoprire le bellezze della natura e gli effetti di luce che offriva lo spettro solare.
Don Orazio Spadaro fece suo il principio di questa pittura, per cercare di cogliere le suggestioni della realtà, di trasformare il colore in luce.
Arricchito da questa esperienza, il Sacerdote-Pittore torna in provincia sempre più consapevole di far parte di quel gruppo di pittori che considerava la pittura uno strumento di ricerca.
Questa poetica della pittura, don Orazio Spadaro l’applicherà in quasi tutti quadri di piccole dimensioni, quelli che oggi sono gelosamente custoditi in molte case del modicano. Potè applicarla ancora, ma non sempre, in molte opere di argomento religioso dove era spesso la committenza ad offrire una immagine sacra da riprodurre in grande.
E’ qui d’obbligo ricordare che il canonico Spadaro fu lo zio di tre grandi artisti iblei. Ci riferiamo ai tre fratelli Assenza: Beppe, Enzo e Valente.
Le opere che la Fondazione Grimaldi e il Rotary di Modica presentano in questa retrospettiva del Canonico Spadaro si dividono dunque in due settori. Da una parte le opere con soggetto religioso che arredano molte Chiese della Sicilia, e quelle di piccolo formato che alcune famiglie hanno cortesemente messo a disposizione della "Fondazione" per onorare la memoria del grande pittore modicano.
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