2013/09/29

TANGO ARGENTINO Storia in breve



Tango 



Una pagina di storia poco conosciuta
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di Gino Carbonaro      


                               
     Il Tango nasce in Argentina e Uruguay verso la fine dell’Ottocento. Nel giro di pochi anni diventa un evento di eccezionale importanza, subito esportato in tutte le parti del mondo.

     Per comprendere la dinamica del Tango, è necessario ripercorrere la storia dell’Argentina in quel particolare momento.

     Fra il 1880 e il 1910, l’Argentina è la quinta potenza economica  mondiale, e diventa meta di una immigrazione multi-etnica da parte di europei, africani, giapponesi, ebrei.

     Gli immigrati che arrivano nel porto di Buenos Ayres vengono accolti dai “Compadritos”[1] e avviati in grandi fabbricati (conventillos), dove viene assegnato ad ognuno di loro un giaciglio e trovato un lavoro.

     Ben presto, gli immigrati si accorgono che il lavoro è insostenibile, dall’alba all’ultima luce del tramonto. La libertà è perduta. Lontani dalla loro terra, dalla famiglia, dai genitori, privati dagli affetti, questi uomini mettono in crisi il valore stesso della esistenza.

     Nel giro di pochi anni, il costante afflusso degli immigrati fa triplicare la popolazione dell’Argentina, facendo modificare il rapporto uomo-donna, che a Buenos Ayres diventa (si dice) di quattro uomini per ogni donna. Poche donne per uomini che non hanno opportunità di soddisfare esigenze affettive, e bisogni sessuali.

Quilombos ed Enramadas

     Il rapporto anomalo fra maschi e femmine potenzia lo sviluppo della prostituzione, e il moltiplicarsi di locali (Quilombos, Enramadas [2]) dove i giovani immigrati, si recano per trascorrere il tempo libero, parlare con qualcuno, annegare nell’alcol le loro pene, e ammirare i Gauchos [3] della Pampas, esperti ballerini, che aspettando il loro turno per andare con una donna si esibiscono in mirabolanti e applauditissime gare di danza (fra maschi) sul ritmo della Milonga. [4]

     Essendo lunga l’attesa, le “maîtresse” pensano bene di assoldare delle orchestrine. Si tratta di piccoli complessi musicali: all’inizio, violino, flauto, basso, concertina,[5] che ebbero molto successo interpretando “Milonga” e “Criolla”, musiche e danze tipicamente argentine (il Tango non è ancora nato).  Solo dopo il 1895 farà la sua apparizione il bandoneon, che diventerà lo strumento classico del Tango.  

     Ora, anche la maîtresse del Quilombo dà spettacolo davanti alla clientela ballando con il suo Compadrito[6], mentre qualche prostituta può concedere a turno qualche ballo ai clienti più bravi.

Dalla Milonga al Tango

     Ma, in quel ritrovo, il ballo diventò una cosa diversa. I partner si abbracciavano in modo provocante, il compadrito-magnaccio mostrava la sua abilità di macho-ballerino inventando movimenti (poi figure) con passi estemporanei. La donna lo assecondava, ma, le “figure” di ballo erano nello stesso tempo di bellezza estetica e di provocazione sessuale, certamente funzionali al luogo e al momento, comunque atte a tenere attento e surriscaldato il clima dell’ambiente.

     È così che lentamente si definisce il Tango. Tango come spettacolo offerto intenzionalmente ad una clientela “particolare” ed eterogenea. Tango come conforto dell’anima, che rende la vita più degna di essere vissuta. Tango che lentamente diventa simbolo nel quale finiranno per riconoscersi tutti gli immigrati.

     Solitudine, sconforto, bisogno di affetto, amarezze, desiderio di una donna, sessualità inappagata, ma anche bisogno di dire a se stessi che non si è soli nella sventura, tutto questo dicono le parole e la musica del Tango.


Tango. Un pensiero triste che danza.     


     Col tempo, il testo diventò importante.  Capace di toccare le corde dell’animo di coloro che erano gli effettivi fruitori del Tango. Fu così che lentamente la Milonga si trasforma in Tango.

     I testi del Tango (lírics) parlano di uomini che sono stati abbandonati da una donna (Caminito), di luoghi di appuntamento con donne da sogno (A Media Luz), di figli che muoiono con sensi di colpa per avere lasciato la madre sola in patria (Cumparsita), di situazioni drammatiche e di dolore assoluto (Mi dolor).

     L’atmosfera del Tango è da “fin du siècle”, malinconica e decadente. Non è un caso che il Tango avrà una fortuna mai registrata nella storia della musica, con una durata che è giunta sino ai nostri giorni.

     Di fatto, se le parole piangenti del Tango, e la sua musica ovattata, mirano a saturare i bisogni dell’immigrato, il Tango danzato simula la voluttà sessuale, il bisogno di un contatto carnale, sorta di corteggiamento simulato, che la coppia dei “tangheri” realizza nel ballo, all’interno di uno spazio-tempo ideale nel quale i ballerini entrano, per vivere il loro momento di sogno e di complicità con una donna o un uomo vero o sognato. Donna (o uomo) che la sorte concede per la durata di un Tango, realtà di un sogno che svanirà nel nulla, come un miraggio, lasciando ai tangheri di quella vissuta evasione solo il ricordo.

     Il ritorno nella realtà è segnato dalla decisa crudezza delle battute finali della musica, che segnalano la fine del sogno e il ritorno alla realtà. Alla squallida prosa di tutti i giorni.

                                              
Note 

[1] Compadritos. Sorta di padrini che reclutano questa massa di forza-lavoro. Sono dei capi-mafia argentini.
[2] Quilombos, Enramadas, luoghi di piacere, dove il sesso è offerto a pagamento.
[3] Gauchos. Sono meticci, antichi incroci fra indigene e soldati spagnoli che a partire dal XVI sec. conquistarono l’Argentina. Sono l’equivalente sudamericano dei Cow Boy. Abitano la Pampas facendo muovere in continuazione mandrie e greggi. Sono considerati resistentissimi alle fatiche, abilissimi ballerini, ma soprattutto sono il simbolo vivente dell’uomo libero che vive senza padroni, a contatto con la natura. I gauchos indossano il Poncho, lo stesso che fu poi adottato da Garibaldi, anche se rosso, simboleggiando il sangue di chi moriva per la libertà.
[4] Milonga, antenato del Tango. Oggi balera, locale dove si balla.
[5] Concertina, progenitrice del bandoneon e della fisarmonica.
[6] Compadrito è qui usato come sinonimo di magnaccio.





El Tango no esta en los pies
El tango esta en el corazon

Tango. Un pensiero triste che danza.
                                           Enrique Santos Discepolo




GINO CARBONARO
Nota Biografica


  • Laurea in Filosofia (Sapienza di Roma).
  • Già preside di Scuola Media superiore “privata”.
  • Autore del libro “La Donna nei Proverbi Siciliani”
(3^ ed., p. 340, Thomson Press, Oxford, 2003).
  • Studioso di Musica Etnica.
  • Fisarmonicista dall’età di 12 anni.
  • Ha al suo attivo il CD “Contea di Modica” edito da Control Data, Wiesbaden, Germany (1991) di musica popolare siciliana. 
  • Ha portato avanti uno studio sul Tango, un altro sul Carnevale e sulla musica popolare siciliana.
  • Conferenziere.
  • Come fisarmonicista è stato in Giappone nel novembre del 2006, invitato dal Centro Culturale di Osaka per far conoscere la musica tradizionale siciliana in otto scuole giapponesi. Ha suonato ancora presso il “Kubo-so Museum” di Osaka,  in un luogo di meditazione “Madama Mura”, preso il Teatro Jubel Hall di Osaka e Kobe.
  • Rotariano, iscritto al Rotary Club di Ragusa.
  • Nel maggio 2009, per conto del Rotary Club di Modica ha curato il “DEAI, Incontro col Giappone”, manifestazione patrocinata dalla “Japan Foundation” di Roma.
  • E’ felicemente sposato con Claire Thomson, scozzese. Insieme hanno tre figli.
  • Il prossimo mese di ottobre terrà un concerto nel teatro del Conservatorio Musicale di Chang-Mai (Thailandia).






   
                                                                              Tango 
                                                                        (Figura classica)


                                                                       Gino Carbonaro

         
Leggi anche: TANGO, la rivincita culturale


Alla Fisarmonica: interpretato da Gino Carbonaro

Ascolta

1.    Boedo  Tango argentino
       https://www.youtube.com/watch?v=xfBd3mx1oTA


2.    Caminito  Tango argentino
       https://www.youtube.com/watch?v=Ft4-woUoziw 

3.    El Cachafaz  Tango argentino
       https://www.youtube.com/watch?v=Zy3WIioqY74
                                                               
Gino Carbonaro
Scheda 
preparata per 
gli invitati  
alla conversazione 
con concerto di Fisarmonica 
sul Tango
del 29 novembre 2013
presso il Circolo Canottieri di Catania




[1] Compadritos. Equivalente di "Padrini" che gestiscono e reclutano questa massa di forza-lavoro
[2] Quilombos, Enramadas, luoghi di piacere, bordelli.
[3] Gauchos. Sono meticci, antichi incroci fra indigene e soldati spagnoli che, a partire dal XVI sec. conquistarono l’Argentina. Sono l’equivalente sudamericano dei Cow Boy. Abitano la Pampas facendo muovere in continuazione mandrie e greggi. Sono considerati resistentissimi alle fatiche, abilissimi ballerini, ma soprattutto sono il simbolo vivente dell’uomo libero che vive senza padroni a contatto con la natura. I gauchos indossano il Poncho, lo stesso che fu poi adottato da Garibaldi, anche se rosso, simboleggiando il sangue di chi moriva per la libertà.
[4] Milonga, danza argentina considerata progenitrice del Tango. 
[5] Concertina è strumento ad ance nato prima del bandoneon e della fisarmonica.
[6] Gaucho è qui usato come sinonimo di guappo, magnaccio, protettore.

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