L'olio che illuminava
l'estremo viaggio
di Gino Carbonaro
In tutti i popoli del mondo, l’ulivo è associato al concetto di sacralità, benessere, pace. Dopo il diluvio universale, racconta la Bibbia, Noè fece uscire dall’arca una colomba che ritornò con un ramoscello di ulivo. Voleva dire che il buon tempo era tornato sulla Terra.
In Grecia, recita il mito, era stata Pallade Atena a far conoscere all’uomo l’ulivo e il suo uso. Dono divino che i Greci apprezzarono al punto da chiamare Atene, la loro città più bella, e da impreziosire i dintorni con uliveti disposti a quinconce.
Invero, l’olio di oliva va considerato una grande scoperta dell’umanità: adoperato come farmaco per curare ferite infette e lenire dolori; come cosmetico per frenare sul viso i guasti del tempo; dopo il bagno, per rinfrancare pelle e capelli; come combustibile per alimentare le lucerne.
Lucerne si trovano nelle tombe antiche, a indicare che con l’olio si illuminavano le notti dell’Averno, ed era legge che nelle lampade del tempio di Amon-Ra in Egitto potesse ardere solo purissimo olio di oliva. Ancora in Egitto, olio era usato nei riti religiosi per consacrare sacerdoti e fedeli; funzione poi accolta nel mondo cristiano, dove l’olio consacrato viene usato per ungere infermi e moribondi, ordinare sacerdoti, cresimare fanciulli.
In ogni caso, olio per condire minestre, pane, verdure, come pure olive condite furono alimenti principe nelle tavole etrusche, greche e romane.
Dell’olio colpiva l’odore inebriante, il gusto, ma soprattutto il colore, fra oro e verde smeraldo, e l’oro è colore delle divinità. I siciliani chiamano l’olio di oliva “ôgghiu bbônu”, per dire che dal suo impiego discende ogni forma di bene. Ma, era atto propiziatorio l’uso che si faceva delle frasche di olivo per ardere il forno e cuocere il pane. Come l’olio, anche il legno di ulivo è combustibile eccellente, e il proverbio siciliano ne conferma la bontà: “Ulìva! morta e viva!” per dire che il legno di ulivo dà fuoco senza problemi.
E ancora. I Romani usavano rametti di ulivo intrecciati per incoronare stimati cittadini; gli ambasciatori si munivano di rami di olivo per segnalare la loro pacifica funzione. Non è un caso che Gesù abbia celebrato la sua ultima cena con gli apostoli nella pace dello spirito offerta dagli ulivi, nell’orto di Getsemani (frantoio, in aramaico) sito ai piedi del “Monte degli Ulivi”.
Sacralità dell’ulivo che santificava anche il momento della raccolta, quando famiglie riunite coglievano quella occasione per ritrovarsi insieme e fare comunione, tutti uniti nel silenzio bucolico e georgico della campagna autunnale, per raccogliere il compenso del loro lavoro, il dono di questo frutto meraviglioso.
Rapporto mistico fra l’uomo e l’ulivo? Qualcuno sostiene che l’uomo è come le olive, difatti, anche l’uomo, al torchio dà il meglio di se stesso!
Gino Carbonaro
Pubblicato lunedì 12 novembre 2007, p. 17 della pagina "Cultura & Spettacoli"
RispondiEliminadel quotidiano "La Sicilia".
Olio d'oliva, oro liquido. L'olio d'oliva ama la salute dell'uomo. L'olio d'oliva non ha controindicazioni, non arreca danni, sebbene nutre. Nutre. Nutre la vita. A condizioni che sia rigorosamente extra vergine, conservato al buio, al fresco e ben coperto e chiuso. Va consumato crudo, e mai fritto. Aggiunto crudo su qualunque cibo cotto. L'olio d'oliva può e merita di rimpiazzare il burro, i formaggi e la panna in cucina. Burro formaggio e panna, al contrario, sono l'esatto opposto dell'olio d'oliva, ovvero producono effetti di avvelenamento lento ed inesorabile sull'organismo umano, piuttosto che nutrizione e crescita. L'olio d'oliva ama e merita amore.
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