Giuseppe Criscione Scultore
e
il Presepe
di Gino Carbonaro
Giuseppe Criscione
Il Presepe e gli Artisti
Il Presepe e gli Artisti
Da sempre il Presepe ha fatto la felicità dei bambini,
ha stimolato la fantasia degli artisti e i sentimenti degli uomni di buona volontà che ogni anno vogliono rivivere simbolicamente quel momento che è unico nella storia dell’uomo: la nascità di Gesù, l’avvento del Messia, l’annunzio della Buona Novella.
Ed è proprio per far sentire più vivo il messaggio del Natale, ma anche , e principalmente, per fare la felicità dei bambini, e di quelli che sono stati bambini, che molti di noi dicono grazie allo scultore Giuseppe Criscione che con le sue opere ha reso possibile la realizzazione di centinaia di Presepi.
Lo scultore Giuseppe Criscione
Artista ineccepibile, dotato di una fantasia creativa e di una abilità tecnica al di sopra del comune, Giuseppe Criscione possiede qualità che non sono certamente richieste a un comune scultore. Per prima cosa, la capacità di operare nel formato ridotto, che è poi la dimensione delle miniature. In secondo luogo la precisa volontà di esprimersi in un linguaggio che deve essere comprensibile a tutti, perché è indispensabile che nel presepe, il messaggio dell’artista sia semplice, lineare, chiaro, per poter essere compreso senza intermediari, non solo dalle persone adulte, o dai cosiddetti intellettuali, ma anche, e principalmente, dai più piccoli, dai bambini, è in genere, dai non addetti ai lavori. E noi tutti sappiamo che per capire l’indescrivibile fascino delle statuine di Giuseppe Criscione, non c’è bisogno dell’opera mediatrice della critica. Incanto, emozione, meraviglia, commozione, poesia, sono sentimenti puri che ognuno di noi può provare e sperimentare in qualsiasi momento di fronte a questi piccoli, ma autentici capolavori.
Ed è proprio per questa linearità, semplicità e immediatezza di sentire, che qui, a Ragusa, si dice che Giuseppe Criscione è l’artista per antonomasia del Presepe, lo scultore che racconta per scene la storia quotidiana delle persone semplici, degli umili, che sono poi i prediletti da Dio. Ora, è una vecchietta che fila, ora un contadino che torna dai campi, lì un ciabattino che sorpreso in un momento irripetibile del proprio lavoro; là dietro un vecchietto solo e malato, circondato dalle sue piccole cose: un bicchiere, na lumera, una sedia sgangherata, un vaso da notte sotto il letto: oggetti vissuti, eppure dimenticati, che tornano a vivere da protagonisti in una dimensione eterna, rubata quasi al tarlo del tempo, riscattati dalla fantasia dell’artista. E quanta cura in quei particolari che parlano non meno dei personaggi, e come questi raccontano la loro storia, il segno del loro passaggio su questa Terra. Quella giacca bisunta sulle spalle del contadino che torna a casa dopo un giorno di lavoro, quei pantaloni tenuti in vita da mille rattoppi, quelle bisacce gonfie di erba di sentiero, tutto nelle opere di Giuseppe Criscione parla di terra, di lavoro, di storia e di passato.
La terra, e la storia di questa nostra terra, sono l’unica grande madre di questo grande artista; e gli uomini della terra, i contadini, ritornano a lei per mezzo del lavoro: un rito eterno quanto il mondo, che questi personaggi vivono come una religione.
Ma, andiamolo a visitare insieme, nel suo studio-bottega, questo artista-artigiano, questo lavoratore indefesso. Lo troveremo là, in qualsiasi ora del giorno, davanti a una statuina, circondato da mille piccoli attrezzi da lavoro, e sempre alle prese con l’argilla.
Criscione parla con noi mentre continua a lavorare, ma l’incanto e la magia sono nelle sue mani di prestigiatore che usando pizzichi di argilla informe abilmente manipolata dai polpastrelli delle sue dita, dà vita a una mano, a un braccio, a un particolare, che inseriti in contesti più ampi, danno senso e significato all’insieme.
Nasce proprio così, lentamente, un’opera d’arte, mentre, quasi per miracolo, una materia informe si trans-forma, si definisce, diventa linguaggio, e poi ancora messaggio, di cultura, di storia, di poesia.
Gino Carbonaro
Proposta per un Presepe
Presentazione scritta per la "Mostra di 25 Terracotte"
di Giuseppe Criscione
esposte presso la Chiesetta di S. Vito a Ragusa
16.12.1981 / 03.01.1982