Nell'Aldilà con Franco Cilia
di Gino Carbonaro
Il saggio può essere idealmente diviso in due parti:
la prima, con un evidente carattere di ‘divertissement’,
descrive la morte immaginaria dell’amico Franco Cilia
(pittore, scultore, scrittore, poeta, affabulatore, declamatore e seduttore), con il quale l’Autore instaura un dialogo tramite e-mail … siderei, quindi tra l’aldilà e l’al di qua, aventi per oggetto
sia l’estremo sgomento che tale perdita ha suscitato nell’ambiente, sia quei germogli di riflessione sul modus vivendi dell’Artista prima del … trapasso, ma anche dei suoi aneliti verso dimensioni ‘altre’ (terrene e spirituali) che lo proiettano verso mete agognate da sempre (degna di nota l’espressione “la mia grande aspirazione è stata quella di inzuppare nella vita il biscotto della libertà”); la ‘leggerezza’ della forma (definibile come “andamento allegretto, ma non troppo” …), sostenuta da un significativo livello di pensiero divergente, apre un mondo nuovo e alternativo, la lettura cattura chi legge, trascinandolo in un vortice apparentemente delirante di assurdità che alla fine appaiono … logiche!
Ed è partendo da questo presupposto che prende corpo la seconda parte del lavoro, là dove l’Autore, con un andamento questa volta “maestoso con moto”, fino al … “vibrato forte”, si propone un arduo obiettivo: sollevare importanti questioni esistenziali, chiedersi quei ‘perché’ della vita che da sempre attanagliano l’animo degli esseri umani sulla Terra e ai quali è difficile dare risposte anche lontanamente soddisfacenti. Così, si parla di Dio, di Vita e di Morte, di Memoria, di Ricordo e di Consolazione, di Finitudine e di Infinito, di Certezze e Sicurezza, ma si riflette anche sulle ‘Verità che vengono dall’Aldilà’ e che sulla Terra cadenzano la vita di ogni individuo (giustizia, libertà, legge, morale, felicità, bellezza, arte, guerra …) per ricondurre il discorso sull’Infinito e su Dio (coincidenza degli opposti!), tutti temi affrontati dall’Autore con fine animo da filosofo.
Il messaggio di questa trattazione, imponente e importante, si sviluppa sempre sul piano della leggerezza e della fluidità dello stile, ma proposto quasi come ‘ricerca di senso’, la cui proiezione nel tempo richiama alla mente il testo di Illica-Giacosa della Madame Butterfly di G. Puccini, allorché la protagonista, pur nel pieno del suo dramma relazionale (e, in fondo, esistenziale), nel celebre brano ‘Un bel dì vedremo’ …, palesa, anche lei con un tentativo di levità ("un po’ per celia, un po’ per non morir” …), gli aneliti in quel momento vitali della sua anima: fiducia, speranza, attesa…della Verità.
© Giuseppina Pavone
© Saggio di Giuseppina Pavone