ARMONIA
in
Arte Musica Natura Società
di Gino Carbonaro
Ci si chiede spesso perché l’uomo ama l’arte, la poesia, la musica, il teatro. Ci si accorge poi che è nell’arte che gli umani intercettano il concetto di armonia. I Greci che avevano intuito la bellezza delle arti, le avevano considerate mezzo che metteva in contatto uomini e divinità, e per questo le avevano considerate figlie delle “Muse”, mentre “Armonia”, restava divinità suprema, che conteneva tutte le bellezze contenute nel “Kòsmos”.
Ma, è vero che ogni uomo va alla ricerca dell’armonia in ogni momento della sua vita. Da quando apparecchia il tavolo a pranzo, e dispone posate e bicchieri in un rapporto che tiene presente le leggi della simmetria e dell’equilibrio. Meglio ancora se può accostare al tutto un vasetto di fiori. Lo stesso principio è presente quando si vuole scegliere la cravatta adatta al vestito che si indossa.
Ma, sacerdotesse della dea Armonia sono soprattutto le donne che mirano a porre in equilibrio armonico il loro vestiario e l'acconciatura dei capelli, facendo altresì uso di “kosmetici” che sono, come dice l’etimo, prodotti di quella bellezza che è figlia del Kòsmos, cioè dell’Armonia.
Aspirare a vivere in armonia con se stessi, con gli altri, con la natura, è necessità dovuta al fatto che l'armonia si ritrova raramente nella vita di tutti i giorni. L'esistenza umana è spesso accompagnata dalla presenza di eventi che sono in dirittura di collisione fra loro creando disordine, dunque disarmonia.
Arroganza, e poi ancora, violenza, invidie, ingiustizie, guerre che gli uomini combattono quotidianamente per difendersi, cautelarsi o primeggiare, provocano sofferenza, dolore, che alimentano amarezze e delusioni da cui possono germogliare rabbia e aggressività. Insomma, circoli viziosi di caos e disordine nel quale l'uomo disperde preziose energie.
Arroganza, e poi ancora, violenza, invidie, ingiustizie, guerre che gli uomini combattono quotidianamente per difendersi, cautelarsi o primeggiare, provocano sofferenza, dolore, che alimentano amarezze e delusioni da cui possono germogliare rabbia e aggressività. Insomma, circoli viziosi di caos e disordine nel quale l'uomo disperde preziose energie.
Disarmonia, dunque, è una costante delle società nelle quali viviamo, dove il più delle volte ognuno di noi tende a vivere per se stesso nel tentativo di appropriarsi anche di quello che non è suo.
Ed è chiaro che dove c’è disarmonia non ci sono punti di riferimento, e ognuno si trova a brancolare solo per se stesso nell’angoscioso buio delle incertezze e della insicurezza, incapace di capire quali sono le coordinate di una vita che in definitiva è destinata a finire.
I Greci, per primi, e Platone in particolare, considerarono Armonia elemento fondamentale delle società, obiettivo nella formazione pedagogica dei giovani, e, danza e musica, pittura e poesia furono poste come oggetto di studio nella formazione dei giovani e dei filosofi, cioè degli uomini di quel tempo.
Non sorprende, dunque, se nelle società buddiste, confuciane e shintoiste il simbolo che viene tuttora esposto in alcune abitazioni e in tutti gli uffici pubblici è proprio l’ideogramma dell’Armonia,
Ai
(Armonia)
che è obiettivo e valore massimo, sacrale, al quale ogni uomo, ogni famiglia, ogni società deve mirare.
Ed è ancora in quel simbolo, che è contenuto il concetto di rispetto. Rispetto per tutto: per i diritti degli uomini, per quelli degli animali e della natura. Rispetto che implicitamente comprende il concetto di dovere, di quello che noi dobbiamo agli altri, e implicitamente contiene il concetto di sincerità e di onestà.
Onestà è termine che deriva dal latino “onus” che vuol dire peso. Perché chi è onesto è “onusto”, se porta sulle spalle il peso di un dovere, di una continua responsabilità morale nei confronti degli altri. Anche l’onestà come il dovere applicati alla vita di tutti i giorni sono figli dell’Armonia, valori inderogabili. Sublime obiettivo dei viventi.
Gino Carbonaro
Leggi anche --> Cultura, erudizione, etica
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