Confucianesimo, religione del rispetto
Immaginiamo venticinque polli in un pollaio. L’etologia afferma che il pollo-alfa beccherà ventiquattro polli, il pollo-beta ne beccherà ventitré, ma sarà beccato dal capo. L’ultimo pollo della catena verrà beccato da tutti. È questa la legge della natura alla quale sottostanno anche gli umani. Tutte le società animali hanno struttura gerarchica: in basso i deboli, in alto i forti. Al capo, potere e diritti, ai subalterni doveri, sottomissione, ubbidienza. Le piramidi egizie (o azteche) simboleggiano la disposizione naturale delle cose. Ed è struttura che ritorna negli eserciti dove ritrovi un capo, testa pensante e ordinante, in alto, i subalterni posti come gradini della scala gerarchica. In quasi tutte le società, la beccata dei polli è sostituita da forme larvate di verifica di potere.
Dittature e tirannidi sono modelli naturali di struttura piramidale. Polizia e burocrazia sono braccia e gambe del potere.
I greci considerarono ingiuste le tirannidi e avanzarono il concetto di democrazia. Se la cosa pubblica è di tutti, deve essere gestita da tutti. Alla piramide sociale si sostituì il concetto di torta. Ad ogni cittadino spettava la gestione di una fettina di quel dolce potere. Nasce così il concetto di uguaglianza: uguali di fronte alle leggi (isonomia) uguali nel diritto di parola e nelle pubbliche assemblee (isotimia e isogoria). Da qui l’uso della clessidra. Prima di essere condannato, a Socrate fu concesso per difendersi un tempo uguale a quello del suo accusatore. Ma, i greci si tutelarono anche contro chi nel tempo acquisiva troppo potere. Pericle subì l’ostracismo non perché avesse amministrato male, né perché avesse rubato, o fatto votare leggi ad personam, ma solo perché troppo potente, e il potere fuori misura nelle mani di uno solo violentava il principio di uguaglianza.
Fissato il concetto di democrazia, la cosa pubblica fu gestita (a turno) da tutti. Ma, nei fatti la piramide naturale non fu mai eliminata. La rivoluzione francese all’insegna della liberté, égalité e fraternité, si trasformò in dittatura napoleonica, la rivoluzione russa scivolò nella dittatura staliniana.
Solo in Giappone, in virtù dell’assunto confucianesimo la piramide naturale non fu mai stravolta. Fu solo modificata in “piramide del rispetto”. L’inferiore nella scala sociale continuò a inchinarsi umilmente al superiore che fu consapevole di dovere rispetto a chi lo rispettava. Cosciente di lavorare per la società, e di avere una responsabilità morale per i propri subalterni. Lì, nella Terra del Sol Levante non esiste la democrazia nella accezione greca, ma qualcosa di diverso e di molto bello, rappresentato da forme di reciproca stima.
Se è vero che i Giapponesi hanno imparato la tecnologia dall’Occidente, forse anche per noi è giunto il momento di imparare qualcosa da loro. Il senso del dovere, l’onestà, il rispetto. Tutto comincia da una ipotesi.
Gino Carbonaro
Articolo pubblicato giovedì 15 febbraio 2007 nella rubrica "Cultura & Spettacoli" del quotidiano "La Sicilia", p. 26
RispondiElimina