DISSERTAZIONE SULLA FISARMONICA
di Gino Carbonaro
“Fisarmonica”? Qualcuno ha scritto che la Fisarmonica è lo strumento più giovane fra i non-pochi che sono stati creati dall’uomo. Basti pensare che per la “Lyra” (il più antico strumento della Storia dell’uomo dopo il tamburo) l’inventore aveva utilizzato il carapace di una tartaruga, e aveva applicato quattro corde realizzate con tendini di pecora.
La data di nascita della Lyra è sconosciuta, ma si va indietro a migliaia di anni prima di Cristo, mentre la Fisarmonica (di anni) oggi ne ha solo 140. Ed è stata presentata dal suo creatore, Paolo Soprani di Castelfidardo, alla Esposizione Universale di Parigi del 1889. Dunque? 133 anni fa. E quando io ho abbracciato la Fisarmonica per la prima volta (nel 1950), la Fisarmonica era sul mercato solo da 72 anni. Dunque? Strumento giovanissimo.
Fisarmonica? Come è nata?
Ci chiediamo come è nata la Fisarmonica? Come è venuta fuori l’idea?
Diciamo che la Fisarmonica nasce dall’idea di costruire uno strumento come l’Organo, ma portatile. L’Organo è strumento che è stato inventato e costruito nel 275 a.C. da un certo Ktesibio, un artigiano di Alessandria d'Egitto, un genio, oggi poco conosciuto. Ciò vuol dire che a tutt’oggi, l’organo ha 23 secoli di vita. E non è poco.
Ed è strumento (l’Organo), che oggi si trova in tutte le Chiese del mondo. Strumento grande, maestoso, inamovibile, con le sue canne impressionanti che vanno verso l’alto, verso il cielo. Strumento che parla con Dio.
E la sfida (quella di costruire un piccolo organo portatile) fu raccolta nei secoli da molti costruttori di strumenti musicali. Costruttori tedeschi, austriaci, e anche italiani. Italiani che alla fine riuscirono a mettere a punto quello che fu chiamato Organetto, prima, poi Concertina, e infine Fisarmonica, che è la protagonista di questa sera, da non confondere con il Bandoneon, costruito da un artigiano tedesco chiamato Band (da cui Band-neon, cioè nuovo-Band, ultima creatura dell’artigiano Band)) strumento ad ance e a fiato come la Fisarmonica, con la differenza che la Fisarmonica, utilizzando il mantice in apertura e in chiusura, suona la stessa nota, sia per la bottoniera di sinistra (con i bassi), sia per la tastiera posta a destra; mentre il Bandoneon suona una nota in apertura di mantice, e un’altra in chiusura, sia per le bottoniere di destra che per quelle di sinistra.
Dunque? Chi suona il Bandoneon deve imparare e usare quattro diverse scale dello strumento, memorizzarle e gestirle, per questo è possibile dire che il Bandoneon, che suonava Astor Piazzolla, è strumento non facile.
Per la Fisarmonica e il Bandoneon, però, quando arrivano sul mercato (1885), non è prevista una collocazione nelle orchestre sinfoniche, la loro funzione è quella di poter essere utilizzati per fare ballare la gente in qualche serata da ballo, o quella di accompagnare qualche cantante. Per cui i bassi sono (tuttora) forti per poter scandire bene il tempo nelle feste da ballo campagnole.
In ogni caso i Direttori d’Orchestra guardano a questo strumento quasi con la puzza al naso, anche perché al loro apparire sul mercato fece impressione la loro forma; fece impressione il loro suono, che non assomigliava a quello del padre organo di cui la Fisarmonica era idealmente una diretta discendente.
Diciamo che quando fu presentata sul mercato, fu considerata come figlia illegittima dell’organo, dunque una bastarda, e i musicisti professionisti non ne vollero sapere di questo strano strumento che bisognava abbracciare, o indossare, quasi. Strumento che non aveva possibilità - si è detto - di sistemazione all’interno di una orchestra sinfonica.
Quelli che invece ebbero l’idea di acquistare i primi organetti, i primi in assoluto, furono i Mendicanti che facendo leva sul suono lacrimevole (larmoyant) dello strumento, lo utilizzarono proprio per chiedere l’elemosina e intenerire i passanti.
E, certamente, i musicisti che lo trovavano nelle braccia di un mendicante, si tennero ancora di più alla larga dallo strumento. E, per questo, possiamo dire che la fisarmonica è ancora oggi strumento che si studia solo in alcuni Conservatori, e certamente, che io sappia, non si studia ancora a Chiang-Mai, in Thailandia, dove io ho tenuto un concerto con la mia Fisarmonica, e sentivo i miei ascoltatori curiosi e interessati.
Adesso devo fare una confessione. Dico cosa pensavo io della Fisarmonica quando ho cominciato a studiarla.
* * *
Quando ero più giovane, quando avevo cinque/sei anni, abitavo a Scicli, in Via Mormino Penna, dove sono nato. A quei tempi tutti i bambini giocavamo fuori, per strada. Tutti gli abitanti lavoravano in campagna (economia fondata sulla agricoltura) e la città era svuotata, e tutte le mattine, in quella strada, dove non transitava nessuna automobile, passava una famiglia di mendicanti: una matriarca, senza gambe, seduta su un piccolo calesse trainato da un cane bianco, peloso e molto grande. Dietro la matriarca a tre-quattro metri di distanza, seguiva un vecchio, che sarà stato il marito, e per ultimo, seguiva un giovanottone magro come un asparago, gongolante, che teneva abbracciato un organetto al petto. Organetto che questo mendicante, muovendo il mantice, faceva miagolare in modo creativo.
Insomma, si capiva che quello che teneva abbracciato era uno strumento di lavoro, che sembrava creato apposta per impietosire le persone. Difatti, il suono prodotto da quello strumento ricordava il pietoso miagolio dei gatti in amore. Ed era un suono strano che, però, a me piaceva, non poco, e quando la mattina li vedevo arrivare da lontano, mi avvicinavo per godere del piagnucolio di quello strano attrezzo sconosciuto.
Questo è il mio primo contatto con quello che in seguito diventerà il mio amato amico.
Ma, ecco la confessione che non ho ancora fatta: io da sempre (per anni e decenni), ho pensato che l’Organetto, la Concertina (e poi la Fisarmonica) erano strumenti dei mendicanti.
E la stessa cosa avrà pensato anche il mio amico musicista Aldo Migliorisi, con il quale un giorno avevamo progettato di andare lontano da Ragusa, diciamo verso Gela o Agrigento, lui con il suo contrabbasso, io con la mia fisarmonica, per cercare un posticino davanti a un supermercato, sistemare un piatto a terra, suonare e accettare le donazioni. Insomma, dare inizio a un concerto all’aperto, per il quale la Fisarmonica sarebbe stata la Regina. Poi però, non se n'è fatto niente, anche se il progetto non è stato ancora abbandonato.
Ora va detto che, solo da un paio di decenni (dopo che da anni suono la Fisarmonica) ho notato, ma voglio dire ho scoperto, le potenzialità di questo strumento costituito fondamentalmente da tre parti:
1. Tastiera, alla mia destra,
2. Bottoniera, a sinistra, e
3. Mantice, per scoprire che la fisarmonica è soprattutto nel mantice …
Gino Carbonaro
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi cambiare questo messaggio sotto Impostazioni > Commenti