Felicità! Esiste?
di Gino Carbonaro
Tutti conosciamo la parola “Felicità”. Da sempre. Però sfugge il suo
significato profondo. Per alcuni filosofi greci “Felicità” è sinonimo di
benessere e di serenità sociale, per altri è equivalente di gioia. Io ho pensato
sempre che felicità era solo un nome, un'idea che si poneva per indicare
qualcosa di ideale, che di fatto non poteva esistere. Invece, a sorpresa, mi
accorgo che io (persona) ho avuto la fortuna di vivere momenti di
vera-totale-meravigliosa “Felicità” moltissime volte nella mia vita, e ho potuto
scoprire che si tratta di una emozione, di una percezione, di uno stato d’animo
non facilmente definibile e spiegabile: fatto unico, indescrivibile a parole,
che prevede condizioni non-semplici perché possa realizzarsi. Condizioni dove il
fisico e lo spirituale di un corpo e di un’anima sono fusi in un tutt'uno, con
una Donna speciale (e in un silenzio incantato) che fa vivere a me uomo, una
condizione di pace, serenità, dolcezza, armonia, (fisica e spirituale), senso di
protezione, di benessere pieno e totale, di comunione nell’abbraccio con il suo
amore, e di piacere che potrebbe non essere piacere, anche se non lo esclude. La
felicità è serena, ma non è gioia che fibrilla. È bene spirituale e fisico che
tocca corpo e psiche tenendoli stretti insieme in una immobilità priva di peso:
fra Cielo-e-Terra, dove la realtà e il sogno convivono in assenza di desideri,
perché nella Felicità hai tutto. Non hai bisogno di niente. Ma, per vivere il
momento di una Felicità piena bisogna essere in due: abbracciati in un contatto
d'amore reciproco e totale. Combacianti. Corpo a corpo, in contatto. Sensazione
nella quale tu non sei più solo tu, ma sei anche altro da te. In un insieme che
crea una percezione sconosciuta dei corpi e delle anime. Difatti, in quei
momenti di Felicità piena sembri perdere il peso della materia di cui è fatto il
tuo corpo, preso da un processo di levitazione, che non sembra appartenere a
questo mondo. Ed è così che il maschile e il femminile abbracciati insieme si
sostengono reciprocamente vivendo una dimensione non-conosciuta, che ferma il
pensiero e crea il silenzio in una comunione totale. Stato d’animo che si deve
vivere necessariamente in due, in un atto di amore
vero-totale-profondo-reciproco, nel quale si dona e si riceve amore vero. Perché
forte è in ognuno di noi il bisogno di amare e di ricevere amore. Sto parlando
di una rarissima esperienza, che dà vita alla cosiddetta “Felicità” di corpi che
si fondono in un “unicum” meraviglioso. Esperienza che si realizza in un
contatto fra coloro che si amano perdutamente. Dunque la felicità esiste. Io
posso affermarlo. La condizione è paradisiaca.
Gino Carbonaro
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