Cúnnu, cunnùra, cuđdùra, cúđdurèđda
di Gino Carbonaro
Cunnu è sinonimo di ştìçċhiu. L’etimo è latino: cunnus è la vulva, quella che ha la forma di “V” o di un cuneus. Cúnnus o cunnùra, in latino, era anche il nome di un pane, che aveva la forma compatta del sesso femminile. Quando le donne finivano di impastare la farina, davano una forma vagamente ovale al pane, quindi segnavano il centro con un colpo della mano a taglio, infine ripassavano la parte incavata con un coltello: era il taglio, che durante la cottura nel forno, si allargava lentamente, e si arricciava e si indorava al centro (riđdu) prendendo la caratteristica forma del cunnus.
Nella mitologia greca, orzo, frumento, pane, e il dolce, succulento e calorico frutto del fico, erano sacri a Démetra (Dea-mater) divinità greca della vita e del femminino, che aveva fatto scoprire al genere umano i cereali e i frutti che danno energia, e consentono all’uomo di stare in posizione eretta: la cúnna (o cunnùra) era dedicata a Démetra. Questo pane, solitamente di orzo (nella Grecia di una volta) e di grano duro (in Sicilia), si fa tuttora in quasi tutti i paesi della provincia di Ragusa e ne conserva la forma, trasmessa dalla tradizione, e il nome: cuđdùra (e/o cunnùra). Gli uomini, ai quali le donne lo porgono, lo mangiano ancora con gusto e piacere. C’è da rilevare che la cunnùra, prima di essere infornata veniva baciata, e kunéo (κυηέω) in greco vuol dire “baciare”: cunnùra è, anche, “colei che si bacia”, e il pane si baciava prima di essere infornato. Le donne di una volta, facendosi scherzosamente i complimenti fra di loro, erano solite dire: “Ha’ ’na cuđduređda a `mênz’ê cosci” (ha un panetto in mezzo alle cosce): il riferimento era alla forma turgida del sesso femminile.
Sempre a Scicli, pistòlu è forma di pane al maschile, così come la cuđdura è forma di pane al femminile. Etim. il termine deriva dal latino pistor-ōris = fornaio, ma vuol dire anche pestello o pestone. Come dire che, a pranzo e cena, i nostri progenitori mangiavano pane propiziando la vita sulla tavola imbandita: lo prova la forme itifallica del pistolo e il simbolo del sesso femminile nella cuđdura o cunnùra, l’antico pane latino, il cunnus.
In tutte le cose serie, qualche volta non manca un tocco volgare. Nella Sicilia antica, poteva accadere che due donne litigassero. E se la cosa per la quale si litigava non piaceva ad una delle litiganti, era possibile che volassero frasi pesanti del tipo, per esempio:"Anfilatillu nto cunnu!" E così tutto finiva nel basso corporeo!
Gino Carbonaro
In tutte le cose serie, qualche volta non manca un tocco volgare. Nella Sicilia antica, poteva accadere che due donne litigassero. E se la cosa per la quale si litigava non piaceva ad una delle litiganti, era possibile che volassero frasi pesanti del tipo, per esempio:"Anfilatillu nto cunnu!" E così tutto finiva nel basso corporeo!
Gino Carbonaro
Scheda da "La Donna nei Proverbi Siciliani, Thomson, Oxford, 2003
Considerazioni allegate da Antonella Spadafora da Cosenza
Il fatto che in fiorentino il coniglio venga chiamato “conigliolo” mi ha sempre fatto sorridere, pensavo fosse una storpiatura vezzeggiativa, come accade con ”figliolo” …. se in Toscana le cose si chiamano come si chiamano, però, c’è sempre un motivo sotto, come ho avuto modo di rendermi conto mille e mille volte, e in questo caso la parola conigliolo riflette ancora meglio di coniglio l’etimo della parola, dal latino CUNICULUS, che vale tanto per l’animale quanto per via o foro sotterraneo (da cui “cunicolo”).
Per traslato, dunque, l’animale viene identificato con la sua tana, poichè l’abitudine di scavare cunicoli lo caratterizza e lo identifica.
Cosa bizzarra, o forse no, durante un corso di Filologia Romanza alla Complutense la docente ci fece notare come il coniglio e il cunicolo condividessero la radice etimologica anche con la parola latina che indica popolarmente i genitali femminili, cunnus (cosa cava, fessura, buco), da cui il castigliano coño e il francese con, e non solo: in tutti i nostri dialetti meridionali u cunnu significa la stessa cosa.
E non è un caso, ovviamente, che il coniglio (e la lepre con esso) sia un animale archetipo del mondo simbolico sessuale, del bestiario selenico, associato alla semantica della fertilità. Anche la festività della pasqua nelle sue origini pagane (si celebrava Eostre, dea assimilabile a Venere, e la parola per Pasqua in inglese è appunto Easter) vede la lepre associata alle divinità della luna, dunque ai cicli della fertilità.
E, cosa interessantissima, in Sicilia si fa ancora un pane che, ci spiega Gino Carbonaro (e mi compiaccio della scoperta del suo blog!!!!) è dedicato a Démetra, la Dea Mater che ha fatto scoprire all’uomo i frutti e i cereali. Questo pane si chiama appunto cuđdùra:
Cúnnus o cunnùra, in latino, era anche il nome di un pane, che aveva la forma compatta del sesso femminile. Quando le donne finivano di impastare la farina, davano una forma vagamente ovale al pane, quindi segnavano il centro con un colpo della mano a taglio, infine ripassavano la parte incavata con un coltello: era il taglio, che durante la cottura nel forno, si allargava lentamente, e si arricciava e si indorava al centro(riđdu) prendendo la caratteristica forma del cunnus. (…)Questo pane, solitamente di orzo (nella Grecia di una volta) e di grano duro (in Sicilia), si fa tuttora in quasi tutti i paesi della provincia di Ragusa e ne conserva la forma, trasmessa dalla tradizione, e il nome:cuđdùra (e/o cunnùra).
E allora mi è proprio venuto spontaneo pensare, e speriamo che Gino mi legga e mi risponda, ai cúđduriađdi cosentini, che sono ciambelle salate e fritte di pasta di patate, tipiche della vigilia di natale: servono a spezzare il tradizionale digiuno del 24 dicembre in attesa dell’abbondante cena.
la pronuncia del nome distingue i cosentini doc dai limitrofi, perchè bisogna essere indigeni per riprodurre il suono cacuminale della d!! Spesso si vede la grafia “cuddruriaddri” e fuori da Cosenza, in Sila ad esempio, li chiamano Cullurialli o Cullirielli, perchè il suono cacuminale nella loro varietà dialettale non esiste.
Quello che mi chiedo è se le nostre ciambelle cosentine si chiamino così perchè sono dei piccoli pani con un buco nel centro, così da rappresentare una forma propiziatoria e ben augurale!
Dal blog qui sotto riportato
Blog Name: Lost in Arno
Blog URL: http://lostinarno.wordpress. com
Blog URL: http://lostinarno.wordpress. com
Fra cunnu (sesso femminile) e cuddura (forma di pane di grano duro che si fa tuttora nella provincia di Ragusa, Sicilia)c'è forse un rapporto non solo linguistico, ma anche figurativo. Sul tavolo imbandito, gli antichi siciliani mettevano (quando potevano) i pani che avevano la forma del sesso maschile e femminile. Erano simboli della vita, che esorcizzavano la sofferenza e la morte.
RispondiEliminahttp://lostinarno.wordpress.com/2012/02/24/e-nato-prima-il-buco-o-chi-ci-si-infila-conigliciambelle/
RispondiEliminaciao caro Gino, ho iniziato a seguire il tuo blog .... bellissimo. mi trovi fra chi ti segue col mio mandarinoaorologeria come Internauta76 ma in realtà ho iniziato anche un blog su wordpress e se segui il link sopra vedrai che ho parlato di te....
ciao Antonella
Ciao caro Gino, ho iniziato a seguire il tuo blog .... bellissimo. Mi trovi fra chi ti segue col mio mandarinoaorologeria come Internauta76 ma in realtà ho iniziato anche un blog su wordpress e se segui il link sopra vedrai che ho parlato di te...
RispondiEliminaciao Antonella