1947 - Da "Il Vecchio con gli stivali" "Anni difficili" di Luigi Zampa
Modica è città dal fascino antico. Capitale di Contea già dal tempo dei Normanni, si sviluppa a ridosso di quattro colline che da sempre hanno guardato cave dove scorrono freschi torrenti di fondovalle. E le case, incastonate come telline le une accanto alle altre su poggi e dirupi, evocano agli occhi del visitatore l’idea di un presepe. Andare a Modica è come tuffarsi nel passato, procedendo fra strade e “vanelle” che hanno fissato antichi viottoli e sentieri segnati dalla natura. Su tutto, fra decine di palazzi nobiliari e conventi attaccati alle chiese, si ergono silenti e maestose la cattedrale di S. Giorgio e il castello dei Conti. Oggi Modica è patrimonio dell’umanità. Un riconoscimento che è avallato dai turisti che quotidianamente la visitano.
Scrittori come Sciascia e Bufalino, che sono venuti a Modica di passaggio, hanno decantato Modica, ma, fra questi, chi ne ha subito il fascino per restituirlo nei suoi scritti è stato lo scrittore siciliano Vitaliano Brancati, che fra il 1910 e il 1917 trascorse a Modica gli anni della sua fanciullezza.
Nel rileggere a distanza di tempo “Il nemico del vincitore” (1932) opera giovanile dello scrittore di Pachino, è possibile rivedere “attraverso i vetri del balcone la città arrampicata sui colli … le mille vetrate lampeggianti … Monserrato in colloquio con tutte le rondini della contrada … la chiesa di San Giorgio con puntini di donne sulle scalinate …”. È una Modica che rivive come in un guache, fra le brume della memoria.
“Il vecchio con gli stivali” (1945), racconto centrale della produzione di Brancati, è ancora ambientato nella città di Modica, così come il film “Anni difficili” di Luigi Zampa tratto dal sopraccitato racconto. Sia nel racconto che nel film, Modica resta sullo sfondo come testimone di un’epoca. Città che per la sua importanza meritava di essere chiamata a notaio della storia.
Tutto questo trovasi riportato nell’opera appena pubblicata dal “Lions Club” di Modica, dal titolo “Vitaliano Brancati e Modica”, curata da Giorgio Buscema. Libro che rende possibile riconsiderare a distanza di tempo le chiavi di lettura dello scrittore siciliano, la sua finissima vena satirica con la quale consegna alla storia uno spaccato della cultura fascista poi collassata sotto il peso della retorica; analisi storica e psicologica di una società in un momento di crisi non dissimile da quello che viviamo oggi. Opera quella di Vitaliano Brancati, che è cerniera sulla quale ruotano due epoche, quella fascista e quella cosiddetta democratica, che però restano sostanzialmente le stesse; spaccato di storia vera e vissuta che fa riflettere sulle condotte degli italiani di ieri e di oggi, perché è certamente vero che in Italia, dirà Tomasi di Lampedusa, tutto deve cambiare per restare inesorabilmente lo stesso.
Gino Carbonaro
Articolo pubblicato sabato 20 dicembre 2008 nella rubrica "Cultura & Spettacoli" del quotidiano "La Sicilia"
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