Diario di Guerra
Memoriale di Giuseppe Corallo
di Gino Carbonaro
Paola buongiorno,
Intanto ti ringrazio vivamente per aver voluto condividere con me il Memoriale scritto dal padre di Giovanni Corallo.
Che dire? Quello che penso io coincide perfettamente con quanto mi hai già detto parlando di questo prezioso documento.
Comunque, ecco le mie impressioni.
“Impressioni” le voglio definire, perché
i giudizi sono prodotti dal cervello, le impressioni vengono fuori dall’animo.
Confermo che questo libro mi ha traumatizzato. Io da piccolo ho vissuto la guerra, i bombardamenti, il suono delle sirene, il lugubre rumore degli aeroplani, le fughe precipitose nelle grotte-rifugio, mia madre terrorizzata che mi afferrava per mettermi in salvo. Insomma, in un cantuccio di me è rimasta la paura e il terrore in quel silenzio di tomba in cui decine di persone si ammassavano al buio di un rifugio.
Ora, leggendo questo stupendo “documento” si è aperto il sipario dei ricordi e ho potuto vibrare, fibrillare, fare insieme al prigioniero-scrittore questo viaggio a ritroso nel tempo.
Io, cara Paola, ho letto qualche diario di guerra:
il “Sergente della Neve” di Mario Rigoni Stern,
“Se questo è un uomo” di Primo Levi,
“Terra matta” del nostro Vincenzo Rabito,
e ne ho letti altri ancora di diari di guerra e memoriali, ma.. i sentimenti che mi ha provocato questo scritto sono assolutamente indicibili. Premesso ciò, in breve, ecco le mie impressioni che ti prego di ritenere sincere.
Questo è uno dei più bei libri che ho letto nella mia vita, e..
“Dovrebbe” essere tradotto anche e soprattutto in tedesco, perché questo popolo possa capire meglio dallo scritto di questo "prigioniero-testimone", che cosa è una guerra, quanto vale una guerra, a cosa non serve una guerra, e soprattutto che cosa è l’uomo, con i suoi sentimenti e le sue inspiegabili, incomprensibili, ingiustificabili follie.
Dunque? Libro di alta pedagogia, di etica, di religione, di storia, di tutto.
Non voglio aggiungere altro, cara Paola, se non che ho letto quasi sempre con gli occhi velati dalle lacrime, cercando di capire, di spiegare a me stesso cos’è la vita.
Chiudo dicendo che si tratta di un libro potente, profondo, essenziale, bellissimo, e tutti, dico tutti gli uomini di questo pianeta dovrebbero leggerlo, leggerlo, leggerlo, per meditare, meditare, riflettere.
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