Mostra di Pittura
ELISA CILIA
Alla Galleria “Le Fate”
di Alina Cotrinoiu
di Gino Carbonaro
Io credo nel DNA. In quello che dice, e nel destino che decide su di noi.
Elisa Cilia presenta una mostra di acquerelli e acrilici al Caffè letterario “La Fate” di Ragusa. Tu entri, e ti ritrovi in un mondo di arte, di raffinata poesia. Pittura, musica, libri da leggere, gentilezza squisita che ti riporta al Giappone. Armonia. In una parola, poesia.
Se arte è ciò che deve contenere una Galleria, è chiaro che tutto deve essere all’insegna del gusto. E lo è. Alina è la regina. E’ lei che ti accoglie, mentre la luce pomeridiana entra soffusa da ampie finestre. I rumori della strada li senti lontani, ovattati.
Chi visita la Galleria ritiene subito di essere entrato in un altro mondo, di trovarsi in una atmosfera parigina anni ‘50. Ed è storia che rinasce qui a Ragusa.
Perché fissavo il concetto di DNA? Perché Elisa Cilia è l’ultima discendente di quattro grandi pittori nazionali. Il primo storico pittore antenato di lei e della sua famiglia, è il canonico Orazio Spadaro da Modica (1880-1959) “dipintore” della luce, appartenente alla scuola italiana dei macchiaioli, Fattori e Segantini, pittore che aveva avuto come maestro Aristide Sartorio, grande pittore romano (1860-1932).
Per rendersi conto della grandezza del Canonico Spadaro, basta entrare in qualche Chiesa della nostra provincia per trovare sue opere sublimi.
Il secondo stadio di antenati artistici è rappresentato dai tre nipoti del ricordato canonico. Si tratta di Beppe, Enzo e Valente Assenza, pozzallesi, oriundi modicani.
Cosa si trova a Modica di questi artisti? Un museo dedicato alle sculture di Enzo Assenza, e ancora, grandi Pale ecclesiali presso il Duomo di San Pietro realizzate dal fratello minore, il pittore Valente Assenza.
Ma va ricordata ancora la figura del pittore-teosofo Beppe Assenza che ha trascorso la sua vita in Svizzera, là dove ha fondato una scuola di pittura “teosofica” che seguiva i dettami dell’esoterista austriaco Rudolf Steiner (1861-1925).
E non si tratta di antenati di poco conto, né per Elisa, e neanche per la nostra provincia iblea, dove, non di rado si sconoscono i grandi artisti del nostro passato.
DNA? Sì! Perché, a visitare la mostra scopri che la mano di Elisa quando dipinge, ha la sensibilità pittorica che è gestita dal profondo. Sensibilità femminile, rivolta alla realtà che ci circonda, uso dell’acquerello magico trattato a guache, che crea atmosfere e incanta. Poesia in alcuni lavori esposti che dimostrano come il rapporto che la nostra pittrice ha con i pennelli, con i colori e con la luce, è di grande padronanza e maestria. Ne vengono fuori immagini che partono da un soggetto conosciuto, soprattutto fiori, ma anche paesaggi che dicono come la ricerca pittorica di Elisa Cilia mira a cogliere l’anima delle cose.
Un suggerimento? Andiamo a visitare la mostra. Incontriamo la nobile pittrice, e facciamoci offrire un tè dalla bella Alina Cotrinoiu.
Gino Carbonaro
Ragusa, giugno 2018
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