Maometto, Salomone, la poligamia, l'uomo e la donna
di Gino Carbonaro
Maometto ebbe quattordici mogli e nessuna concubina, perché era un giusto. E proprio perché giusto aveva dotato ogni moglie di una casa propria: l’una distante dalle altre, per non far litigare le mogli fra di loro. E trascorreva le sue notti visitandole a turno, ma trattandole secondo giustizia, cioè secondo i bisogni, e secondo i meriti.
Ma, quella per la quale nutrì più tenerezza, ricambiato, fu Ash’ra, che prese in moglie quando lei aveva l'età di nove anni. Ecco come si tramandano i fatti.
Maometto, ormai profeta riconosciuto, si trovava sotto una tenda circondato da fedeli. Il padrone di casa, come era consuetudine, offrì del tè che fu portato da Ash’ra, che proprio perché bambina, aveva il viso scoperto. Il profeta che non era insensibile al fascino femminile, conforto delle sue notti, la guardò con attenzione. L’ospite e padre della bambina (Abu Bakr, successore di Maometto) notò lo sguardo interessato e quando furono soli propose Ash’ra in moglie al profeta. Era solo un segno di ospitalità e di rispetto, ma Maometto disse saggiamente che non era possibile: la bambina non era ancora donna. Ma, un paio di anni dopo, quando Ash’ra diventò donna, il che nei paesi caldi può accadere anche a otto anni, Maometto la prese in moglie.
Questa era la legge dei tempi. Difatti, Salomone re di Israele che scrisse il Cantico dei Cantici per la regina di Saba dai seni turgidi - forse il più ben canto di amore mai scritto da un uomo - aveva mille donne nel suo harem: settecento mogli e trecento concubine.
Questo non significa che la donna non aveva la capacità di essere soggetto alfa-dominante nella gerarchia sociale. Aveva le qualità, ma non c’erano le condizioni. Solo oggi, la donna economicamente indipendente e libera dal condizionamento delle gravidanze può essere se stessa, può riscoprire un nuovo ruolo. Solo oggi la donna può conquistare un suo spazio così come da sempre hanno fatto gli uomini: ma deve lottare, certamente più degli stessi maschi, in quanto nessuno dà spazi al prossimo, tanto meno alle donne.
Ed è proprio allora che bisogna lottare per far valere i propri diritti. Ed è quello che si è verificato a partire da quando in Gran Bretagna manifestarono le prime suffragette, le donne che cercarono di far votare la legge del suffragio universale. Diritto delle donne a votare. Come era per gli uomini.
Ma, attenzione! In quei tempi il diritto al voto non era riconosciuto neppure a tutti gli uomini. Nella Sicilia di poco più di un secolo fa, nel collegio di Ragusa votavano solo una ottantina di privilegiati. Dunque, il problema delle donne non era solo delle donne (che oggi potrebbero ritenersi vittimizzate) ma anche delle categorie sociali neglette.
In ogni caso, la donna è meno sottomessa al maschio-dominante da quando non è più macchina adibita solo alla riproduzione della specie.
Gino Carbonaro
Maometto e il suo rapporto con le donne.
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