Una pagina di storia poco conosciuta
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di Gino Carbonaro
Il Tango nasce in Argentina e Uruguay
verso la fine dell’Ottocento. Nel giro di pochi anni diventa un evento di
eccezionale importanza, subito esportato in tutte le parti del mondo.
Per comprendere la dinamica del Tango, è
necessario ripercorrere la storia dell’Argentina in quel particolare momento.
Fra il 1880 e il 1910, l’Argentina è
la quinta potenza economica mondiale, e diventa meta di una immigrazione
multi-etnica da parte di europei, africani, giapponesi, ebrei.
Gli immigrati che arrivano nel porto di
Buenos Ayres vengono accolti dai “Compadritos”[1] e avviati in grandi
fabbricati (conventillos), dove viene assegnato ad ognuno di loro un
giaciglio e trovato un lavoro.
Ben presto, gli immigrati si accorgono che
il lavoro è insostenibile, dall’alba all’ultima luce del tramonto. La libertà è
perduta. Lontani dalla loro terra, dalla famiglia, dai genitori, privati dagli
affetti, questi uomini mettono in crisi il valore stesso della esistenza.
Nel giro di pochi anni, il costante
afflusso degli immigrati fa triplicare la popolazione dell’Argentina, facendo
modificare il rapporto uomo-donna, che a Buenos Ayres diventa (si dice) di
quattro uomini per ogni donna. Poche donne per uomini che non hanno opportunità
di soddisfare esigenze affettive, e bisogni sessuali.
Quilombos
ed Enramadas
Il rapporto anomalo fra maschi e femmine
potenzia lo sviluppo della prostituzione, e il moltiplicarsi di locali (Quilombos,
Enramadas [2]) dove i giovani immigrati, si recano per trascorrere
il tempo libero, parlare con qualcuno, annegare nell’alcol le loro pene, e
ammirare i Gauchos [3] della Pampas, esperti ballerini, che aspettando il loro
turno per andare con una donna si esibiscono in mirabolanti e applauditissime
gare di danza (fra maschi) sul ritmo della Milonga. [4]
Essendo lunga l’attesa, le “maîtresse”
pensano bene di assoldare delle orchestrine. Si tratta di piccoli complessi
musicali: all’inizio, violino, flauto, basso, concertina,[5] che ebbero molto
successo interpretando “Milonga” e “Criolla”, musiche e danze tipicamente
argentine (il Tango non è ancora nato). Solo dopo il 1895 farà la
sua apparizione il bandoneon, che diventerà lo strumento classico del Tango.
Ora,
anche la maîtresse del Quilombo dà spettacolo davanti alla clientela ballando
con il suo Compadrito[6], mentre qualche prostituta può concedere a turno
qualche ballo ai clienti più bravi.
Dalla
Milonga al Tango
Ma, in quel ritrovo, il ballo diventò una
cosa diversa. I partner si abbracciavano in modo provocante, il
compadrito-magnaccio mostrava la sua abilità di macho-ballerino
inventando movimenti (poi figure) con
passi estemporanei. La donna lo assecondava, ma, le “figure” di ballo erano
nello stesso tempo di bellezza estetica e di provocazione sessuale, certamente
funzionali al luogo e al momento, comunque atte a tenere attento e surriscaldato
il clima dell’ambiente.
È così che lentamente si definisce il
Tango. Tango come spettacolo offerto intenzionalmente ad una clientela
“particolare” ed eterogenea. Tango come conforto dell’anima, che rende la vita
più degna di essere vissuta. Tango che lentamente diventa simbolo nel quale
finiranno per riconoscersi tutti gli immigrati.
Solitudine, sconforto, bisogno di affetto,
amarezze, desiderio di una donna, sessualità inappagata, ma anche bisogno di
dire a se stessi che non si è soli nella sventura, tutto questo dicono le
parole e la musica del Tango.
Tango.
Un pensiero triste che danza.
Col tempo, il testo diventò importante. Capace di toccare le corde dell’animo di
coloro che erano gli effettivi fruitori del Tango. Fu così che lentamente la
Milonga si trasforma in Tango.
I testi del Tango (lírics) parlano
di uomini che sono stati abbandonati da una donna (Caminito), di
luoghi di appuntamento con donne da sogno (A Media Luz), di figli
che muoiono con sensi di colpa per avere lasciato la madre sola in patria (Cumparsita),
di situazioni drammatiche e di dolore assoluto (Mi dolor).
L’atmosfera del Tango è da “fin
du siècle”, malinconica e decadente. Non è un caso che il Tango avrà una
fortuna mai registrata nella storia della musica, con una durata che è giunta
sino ai nostri giorni.
Di fatto, se le parole piangenti del Tango,
e la sua musica ovattata, mirano a saturare i bisogni dell’immigrato, il Tango
danzato simula la voluttà sessuale, il bisogno di un contatto carnale, sorta di
corteggiamento simulato, che la coppia dei “tangheri” realizza nel ballo,
all’interno di uno spazio-tempo ideale nel quale i ballerini entrano, per
vivere il loro momento di sogno e di complicità con una donna o un uomo vero o
sognato. Donna (o uomo) che la sorte concede per la durata di un Tango, realtà
di un sogno che svanirà nel nulla, come un miraggio, lasciando ai tangheri di
quella vissuta evasione solo il ricordo.
Il ritorno nella realtà è segnato dalla
decisa crudezza delle battute finali della musica, che segnalano la fine del
sogno e il ritorno alla realtà. Alla squallida prosa di tutti i giorni.
Note
[1] Compadritos. Sorta di padrini che reclutano questa
massa di forza-lavoro. Sono dei capi-mafia argentini.
[2] Quilombos, Enramadas, luoghi di piacere, dove il sesso è offerto a pagamento.
[3] Gauchos. Sono meticci, antichi incroci fra indigene
e soldati spagnoli che a partire dal XVI sec. conquistarono l’Argentina. Sono
l’equivalente sudamericano dei Cow Boy. Abitano la Pampas facendo muovere in
continuazione mandrie e greggi. Sono considerati resistentissimi alle fatiche,
abilissimi ballerini, ma soprattutto sono il simbolo vivente dell’uomo libero
che vive senza padroni, a contatto con la natura. I gauchos indossano il Poncho,
lo stesso che fu poi adottato da Garibaldi, anche se rosso, simboleggiando il
sangue di chi moriva per la libertà.
[4] Milonga, antenato
del Tango. Oggi balera, locale dove si balla.
[5] Concertina, progenitrice del bandoneon e della
fisarmonica.
[6] Compadrito è qui usato come sinonimo di magnaccio.
El Tango no esta en los pies
El tango esta en el corazon
Tango. Un pensiero triste che danza.
Enrique Santos Discepolo
GINO CARBONARO
Nota
Biografica
- Laurea in Filosofia
(Sapienza di Roma).
- Già preside di Scuola Media
superiore “privata”.
- Autore del libro “La Donna nei Proverbi Siciliani”
(3^ ed., p. 340, Thomson Press, Oxford, 2003).
- Studioso di Musica Etnica.
- Fisarmonicista dall’età di
12 anni.
- Ha al suo attivo il CD
“Contea di Modica” edito da Control Data, Wiesbaden, Germany (1991) di
musica popolare siciliana.
- Ha portato avanti uno
studio sul Tango, un altro sul Carnevale e sulla musica popolare
siciliana.
- Conferenziere.
- Come fisarmonicista è stato
in Giappone nel novembre del 2006, invitato dal Centro Culturale di Osaka
per far conoscere la musica tradizionale siciliana in otto scuole
giapponesi. Ha suonato ancora presso il “Kubo-so Museum” di Osaka, in un luogo di meditazione “Madama Mura”,
preso il Teatro Jubel Hall di Osaka e Kobe.
- Rotariano, iscritto al
Rotary Club di Ragusa.
- Nel maggio 2009, per conto
del Rotary Club di Modica ha curato il “DEAI, Incontro col Giappone”, manifestazione patrocinata dalla
“Japan Foundation” di Roma.
- E’ felicemente sposato con
Claire Thomson, scozzese. Insieme hanno tre figli.
- Il prossimo mese di ottobre
terrà un concerto nel teatro del Conservatorio Musicale di Chang-Mai
(Thailandia).
Leggi anche: TANGO, la rivincita culturale
Alla Fisarmonica: interpretato da Gino Carbonaro
Ascolta:
1. Boedo Tango argentino
https://www.youtube.com/watch?v=xfBd3mx1oTA
Alla Fisarmonica: interpretato da Gino Carbonaro
Ascolta:
1. Boedo Tango argentino
https://www.youtube.com/watch?v=xfBd3mx1oTA
2. Caminito Tango argentino
https://www.youtube.com/watch?v=Ft4-woUoziw
3. El Cachafaz Tango argentino
https://www.youtube.com/watch?v=Zy3WIioqY74
3. El Cachafaz Tango argentino
https://www.youtube.com/watch?v=Zy3WIioqY74
Gino Carbonaro
Scheda
preparata per
gli invitati
alla conversazione
con concerto di Fisarmonica
sul Tango
preparata per
gli invitati
alla conversazione
con concerto di Fisarmonica
sul Tango
del 29 novembre 2013
presso il Circolo Canottieri di
Catania
[1] Compadritos.
Equivalente di "Padrini" che gestiscono e reclutano questa massa di forza-lavoro
[2] Quilombos,
Enramadas, luoghi di piacere, bordelli.
[3] Gauchos.
Sono meticci, antichi incroci fra indigene e soldati spagnoli che, a partire
dal XVI
sec. conquistarono l’Argentina. Sono l’equivalente sudamericano dei Cow Boy.
Abitano la Pampas
facendo muovere in continuazione mandrie e greggi. Sono considerati
resistentissimi alle fatiche, abilissimi ballerini, ma soprattutto sono il
simbolo vivente dell’uomo libero che vive senza padroni a contatto con la
natura. I gauchos indossano il Poncho,
lo stesso che fu poi adottato da Garibaldi, anche se rosso, simboleggiando il
sangue di chi moriva per la libertà.
[4] Milonga, danza argentina considerata progenitrice del Tango.
[5] Concertina
è strumento ad ance nato prima del bandoneon e della fisarmonica.
[6] Gaucho è
qui usato come sinonimo di guappo, magnaccio, protettore.